Signor Provveditore,
le continue e numerose segnalazioni e/o lamentele da parte del Personale di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Bologna così come degli altri istituti del distretto, sulle criticità per l’ordine e la sicurezza in occasione degli ormai continui piantonamenti presso i reparti di Psichiatria degli Ospedali Civili fanno si, che questa O.S., sia costretta nuovamente ad intervenire sulla questione anche alla luce dell’aumento esponenziale di ristretti con problematiche psichiatriche
Tali servizi gravano sugli Agenti di Polizia Penitenziaria in modo non trascurabile poiché si trovano a svolgere servizio in situazioni, NON DI ECCEZZIONALITA’, ma ormai di CONSUETUDINARIA operatività in condizioni che vanno ben oltre quello che dovrebbe essere l’espletamento dei compiti istituzionali a loro preposti.
Per tali ragioni si chiede alla S.V. di considerare e intervenire in merito alle problematiche di seguito elencate:
- I ristretti ricoverati in tali strutture vengono osservati h 24 dagli Agenti di polizia che, ove la struttura sanitaria lo permetta, sono reclusi anch’essi, nella stessa camera del det.to, subendo un carico di lavoro che è pari, se non superiore, a quello di uno specialista sanitario specializzato nella gestione di una particolare categoria d’utenza; non può infatti ritenersi consono e deontologico ad un lavoro preposto alla sicurezza la grave condizione di svolgere l’intero turno subendo lamenti continui, richieste sanitarie, insulti immotivati, richieste d’aiuto, aggressività immotivata, domande frequenti ed insistenti e, nei casi peggiori ma non rari, vere e proprie aggressioni, il tutto dovuto purtroppo alla condizione clinica del det.to; tutto ciò lo si comprende ma non può gravare SOLO sul servizio della Polizia Penitenziaria utilizzata come PRIMO filtro anche in quelle strutture che dovrebbero essere in primis di competenza medica.
- Ci sono casi in cui la struttura sanitaria non permette la capienza per il personale di polizia penitenziaria all’interno della stessa camera del det.to, in questi casi gli agenti stazionano immediatamente fuori l’uscio della porta aperta avendo comunque un controllo continuo visivo, ma vien da se che trovandosi nel corridoio di un reparto psichiatrico, spesso il servizio viene disturbato da altri pazienti, non ristretti, con problematiche anch’essi psichiatrici e di difficile gestione, che a volte sfociano in tentativi di aggressione al Personale anche da parte di quest’ultimi.
- Oltre la condizione di norma in cui il det.to non può uscire dalla propria camera ci sono casi in cui lo stesso per motivi terapeutici viene autorizzato ad uscire dalla propria stanza di degenza e, in questi casi, la polizia penitenziaria è presente in ogni spostamento, ad esempio :
- per garantire al det.to tabagista di fumare (respirando fumo passivo continuamente);
- di svolgere socialità;
- utilizzare ambienti comuni per l’igiene personale ecc..
Ci si trova quindi, ad accompagnarlo e a vivere h24 la riabilitazione dello stesso con altri pazienti
psichiatrici cosa che, neanche il personale sanitario svolge, avendo questi ultimi un luogo di filtro
in cui possono stazionare (ossia es. uffici con vetrate).
Tutto questo significa gestire non solo l’utente minuto per minuto ma anche eventuali incombenze e dinamiche che nascono tra contatti di persone non ristrette, purtroppo per condizione cliniche comprensibili di difficile gestione.
Per tali ragioni, corre l’obbligo a questa O.S. di portare alla Vs. attenzione che questa comprensione e malleabilità professionale è sempre stata svolta con abnegazione e responsabilità ma, tutto questo, non dovrebbe più essere accettato come un modus operandi, in quanto grava, già da tempo, notevolmente sullo stato di stress del personale per compiti che eccedono notevolmente dalle competenze professionali.
Premesso quanto sopra, è evidente quanto il ruolo della polizia penitenziaria sia lasciato alla mercè di una gestione inadeguata per la categoria di det.ti psichiatrici i quali, in prima battuta, necessitano di un supporto sanitario specifico.
Si chiarisce infine come una particolare categoria d’utenza, inviata in T.S.O. sia quindi sottoposta, come l’acronimo stesso specifica, ad un obbligatorietà della cura e della terapia, con azioni, se necessarie, anche di contenimento già preposte alla mansione del PERSONALE SANITARIO di riferimento specializzato e autorizzato; il controllo degli ambienti, degli accessi o eventuali vie di fuga, infatti, sono costantemente attenzionate e messe in sicurezza per TUTTI i pazienti e non solo per l’utenza d’interesse penitenziario.
Si chiede pertanto alla S.V., anche alla luce dell’aumento di tali piantonamenti con degenze abbastanza lunghe, di attivarsi con forza presso le autorità sanitarie affinché, nelle strutture più utilizzate nel distretto, vengano predisposte dei luoghi adibiti a CAMERE DI SICUREZZA (con sistema di telecamere e/o vetrate idonee) che permetta agli agenti di polizia penitenziaria di operare in sicurezza coadiuvando il loro lavoro con gli operatori sanitari e ripristinando così l’applicazione delle competenze specifiche ad ogni ruolo, anche per il benessere del det.to e, al tempo stesso, di valutare nuovi protocolli qualora il detenuto debba fare vita sociale con altri affinché, il primo filtro, sia il Personale sanitario e non la Polizia Penitenziaria.
In attesa si porgono distinti saluti.