Alle 17.30 di oggi, un detenuto italiano 43 enne si è suicidato nel carcere bolognese del Dozza. Il detenuto ha usato come cappio per l’impiccagione dei lacci delle scarpe legati alle grate delle finestre nel Reparto Infermeria del “Rocco D’Amato” di Bologna.
A darne notizia è il Coordinatore Della Uil Polizia Penitenziari di Bologna Domenico Maldarizzi che aggiunge: “L’uomo con problemi di tossicodipendenza e con provvedimento definitivo fino al 2025, era stato in osservazione psichiatrica in altre strutture e a quanto pare non destava particolari sospetti tali da richiedere particolari accorgimenti.
Questi corpi esanimi – continua Maldarizzi - dovrebbero rappresentare macigni sulle coscienze di chi dovrebbe, potrebbe, gestire e risolvere ma non lo fa. Le 7.000 unità mancanti alla Polizia Penitenziaria, i 600 Educatori e i 500 Assistenti Sociali in meno, ed un sovraffollamento carcerario in crescita nell’ultimo periodo accompagnate dalle degradate e invivibili condizioni delle nostre prigioni, sono l’humus in cui prosperano disperazione, depressione e violenza. Forse è giunta davvero l’ora di dire a chiare lettere- conclude Maldarizzi - che la tanto reclamata e propagandata riforma della giustizia non può prescindere da una incisiva e concreta attenzione risolutiva verso il mondo penitenziario. “