“ Un sovrintendente e 3 Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Bologna hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per le ferite riportate a causa di un’aggressione subita da un detenuto extracomunitario, non nuovo a fatti di violenza, nei confronti degli operatori in servizio nel Reparto Infermeria. Dopo le cure al pronto soccorso i Poliziotti sono stati dimessi con frattura del setto nasale per il Sovrintendente e 5 gg di prognosi per i tre Agenti.
Nel porgere agli sfortunati colleghi la nostra piena vicinanza e solidarietà, non possiamo non manifestare rabbia e preoccupazione per questa deriva violenta di cui gli operatori penitenziari sono prime vittime ”
Così Domenico Maldarizzi della Uil PA Polizia Penitenziaria commenta il ferimento dei poliziotti penitenziari nella notte, alla “Rocco D’Amato” di Bologna “Il sovrintendente era intento nel calmare il ristretto andato in escandescenza per il suo continuo richiedere di psicofarmaci quando lo stesso gli ha sferrato un pugno in pieno volto provocandogli la rottura del setto nasale e, nel tentativo di immobilizzarlo, ha ferito gli altri tre agenti intervenuti in soccorso del Sovrintendente.
Quella della violenza in carcere è una questione che preoccupa non poco il sindacato della Polizia Penitenziaria proprio a causa dell’escalation di violenza all’interno degli Istituti.
“E’ evidente che questo delle violenze e delle aggressioni è un problema che non si ripercuote solo sull’ordine interno ma anche sulla funzionalità dei servizi, generando assenze per convalescenze per un Personale già ridotto all’osso”.
A nulla sono valse le ripetute richieste di trasferimento all’Amministrazione Regionale da parte della Direzione di Bologna del ristretto che ormai da tempo era insofferente presso l’istituto bolognese – chiosa Maldarizzi – in effetti lo stesso solo negli ultimi 15 giorni ha provocato una decina di eventi critici con atti autolesionistici che hanno causato ben 7 visite urgenti in piena notte ed altrettanti ricoveri nel locale nosocomio.
Non si comprende come mai L’Amministrazione Regionale prenda provvedimenti di trasferimento soltanto a seguito di gravi e violente aggressioni nei confronti del Personale di Polizia Penitenziaria quando già le pregresse criticità messe in atto dal medesimo ristretto erano state abbondantemente segnalate dalla Direzione e facevano facilmente presagire un tale epilogo.
Posto che ogni aggressione subita da un poliziotto penitenziario nelle prime linee delle frontiere penitenziarie è da considerarsi una aggressione allo Stato, è assolutamente necessario – conclude il Coordinatore della Uil Penitenziari - che nei confronti dei detenuti che si siano macchiati di tali violenze si adottino misure esemplari, nel pieno rispetto della legge e di ogni garanzia, anche per fungere da deterrente per tali spiacevoli episodi e, soprattutto, per migliorare lo stato emotivo con cui i Poliziotti Penitenziari sono chiamati a svolgere i propri compiti istituzionali e non creando ulteriore stress da lavoro correlato.
Domenico Maldarizzi 3387191531