“Questa mattina un detenuto con patologie psichiatriche, che con un gesto inconsulto e senza apparente motivo ha violentemente preso a ceffoni, al rientro dai locali passeggi con gli altri detenuti del Reparto, un Poliziotto Penitenziario e tentato di colpirlo con un bastone che, solo grazie alla prontezza di riflesso del povero malcapitato e l’arrivo di altri colleghi, non si sono avute conseguenze ulteriori”. – A dichiararlo è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale della Uil Penitenziari – Il poliziotto è stato prontamente accompagnato al Pronto soccorso ed al momento non si conosce la prognosi
“Questo detenuto, la cui gestione è particolarmente complicata, spesso viene inviato in visita urgente presso i locali nosocomi poiché mette in atto gesti auto ed etero aggressivi, proprio la scorsa notte ha tentato di impiccarsi nella propria cella prontamente salvato dal Personale ivi di servizio”
Maldarizzi poi argomenta: “il problema dei detenuti affetti da patologie psichiatriche è senza tema di smentita uno dei principali fra quelli che attanagliano il sistema carcerario e, più in generale, di esecuzione penale del Paese. Con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza si sono rivelate assolutamente insufficienti e inadeguate, sia sotto il profilo concettuale sia sotto quello strutturale e quantitativo, specie in relazione alle così dette infermità sopraggiunte, che non trovano di fatto una compiuta tutela sanitaria”.
"Tutto ciò – spiega ancora il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – si riversa pesantemente sulla gestione delle carceri e, particolarmente, sulla Polizia penitenziaria che non è preparata e formata, né dovrebbe essere direttamente deputata, al trattamento di detenuti affetti da infermità mentali, anche gravi, i quali, troppo spesso abbandonati a se stessi, finiscono con lo scaricare il loro difficile stato emotivo aggredendo gli operatori. Delle circa sessanta aggressioni mensili, conteggiando solo quelle più gravi, che subiscono gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, buona parte avvengono a opera di detenuti con infermità psichiatriche e con ovvie e gravi ripercussioni per gli operatori e la sicurezza delle carceri, ma pure per gli stessi detenuti che vengono spesso sballottati da un penitenziario all’altro nell’improbabile ricerca, difatti quasi sempre vana, di migliori possibilità di gestione”.
“Più volte abbiamo richiesto alla Ministra delle Giustizia Cartabia, – conclude Maldarizzi – di recuperare la pertinente sezione della riforma all’ordinamento penitenziario già proposta dall’allora Ministro Orlando, in esito agli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, ma poi non recepita ma al momento la Ministra è assente!”