“Tragedia sfiorata ieri pomeriggio, nel carcere minorile del “Pratello” di Bologna, dove dei detenuti hanno dato fuoco alla loro camera finendo per intossicare l'intera sezione”.
A darne notizia è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale della Uil PA Polizia Penitenziaria
“Pare che il tutto sia scaturito per futili motivi e solo l’intervento dei pochi poliziotti presenti e dei Vigili del fuoco hanno evitato il peggio ma non hanno evitato, certamente, che degli Agenti finissero al Pronto soccorso cittadino per inalazione dei fumi e un minore ricoverato in Ospedale oltre ad avere una camera completamente inagibile”
“Si è sfiorata la tragedia nell’istituto bolognese” – continua Domenico Maldarizzi– “Un grazie di cuore a tutto il Personale di Polizia Penitenziaria che non hanno esitato ad intervenire prontamente e mettere in salvo vite umane in una sezione completamente avvolta dai fumi della combustione”.
“In una missiva urgente a tutte le autorità della giustizia minorile abbiamo richiesto nuovamente uno sfollamento dell’Istituto che oggi presenta un numero elevato di detenuti per questa struttura ricordando che l’Istituto, se pur ristrutturato, è pur sempre un edificio riadattato ad istituto penitenziario con corridoi stretti e distribuito in più piani e, portare la capienza dello stesso ad oltre 45 ristretti, con un numero sempre maggiore di maggiorenni e senza un aumento adeguato di personale di Polizia Penitenziaria, oltre che dell’area educativa, non può che ricadere il tutto in un aumento del clima di tensione tra i minori ristretti che, molte volte, sfociano in eventi critici continui proprio come sta accadendo negli ultimi tempi”.
“Il Personale è esausto, - chiosa il sindacalista - turni di servizio prolungati e continuamente richiamati in servizio per garantire quel minimo di sicurezza e, l’interlocuzione con il DGMC sia per un aumento di organico che soprattutto per uno sfollamento almeno dei più facinorosi non trovano accoglimento”.
“Se la finalità della pena – ricorda Maldarizzi - è e deve essere sempre riabilitativa e rieducativa, come previsto dal nostro ordinamento penitenziario e dalla nostra Costituzione, per tutte le istituzioni deve essere una priorità assoluta restituire alla normalità e a prospettive proprie della loro giovane età dei ragazzi che spesso, per primi, hanno subito violenza.
Per questo, quei ragazzi, non possono essere considerati dei numeri e la capienza di quella struttura non può essere valutata solo sulla base dei letti e delle celle a disposizione”.
“Ciascuno di loro – conclude il Segretario Domenico Maldarizzi- deve poter continuare a contare su un personale adeguato che possa seguirlo da vicino e quotidianamente e su progetti educativi personalizzati, quelli che in questi anni hanno aiutato diversi di loro ad ottenere il diploma e a iscriversi all’Università cosa che oggi, con questi numeri non è possibile attuare!”.