Con copiosa corrispondenza, le scriventi sigle sindacali hanno più volte rappresentato le criticità strutturali ed organizzative in cui versa la Casa Circondariale di Piacenza.
La situazione, soprattutto negli ultimi mesi, è degenerata di parecchio, fino ad indurre il personale di Polizia Penitenziaria ivi operante a disertare quasi in massa la mensa ordinaria di servizio.
Nel contempo, le sigle firmatarie del presente documento, hanno indetto lo stato di agitazione, nell’auspicio che l’Amministrazione Penitenziaria (mostratasi del tutto assente) assumesse dovuti provvedimenti nel rispetto delle responsabilità di cui dovrebbe essere investita.
La situazione della mensa ordinaria di servizio, scabrosa e con scarsa igiene, più volte attenzionata, non ha ancora sortito il pieno ripristino con i dovuti e richiesti lavori utili ad un suo regolare ripristino.
Agli oltre 12.000,00 euro stanziati dal Provveditorato Regionale, solo pochi interventi risultano eseguiti, restando gran parte delle anomalie denunciate ancora allo stato brado.
Gravissima la questione legata alla mancata erogazione dell’acqua calda, grazie anche alla sventurata progettazione che uno “sventurato” di turno ha inteso pianificare nel corso della costruzione del nuovo padiglione; infatti, è dato riscontrare, un’unica pompa che funge da collettore per l’erogazione dell’acqua calda all’intero istituto.
Più volte le scriventi sigle hanno rappresentato alla direzione della Casa Circondariale il grave deficit, ma, a distanza di oltre un’anno, l’intera caserma, i locali della MOS e buona parte dei reparti detentivi, risultano privi di acqua calda.
Le docce nelle camere della caserma (per tutti coloro che vi abitano), vengono garantire solo in determinate fasce orarie scomode, come quelle di effettuarle dopo la mezzanotte o dalle 4,00 alle 5,30 delle prime ore dell’alba.
La mancanza dell’acqua calda, si riversa anche sull’igiene: è il caso di rappresentare che la lavastoviglia della locale MOS risulta ferma e che comunque il lavaggio di pentole e vettovaglie sarebbe avvenuto con l’utilizzo di acqua fredda.
Argomento mensa di servizio. Da quasi due mesi prosegue l’astensione dalla mensa da parte della quasi totalità del personale di Polizia Penitenziaria. A determinare tale situazione la quasi totale assenza di igiene nei locali predisposti per la consumazione dei pasti e della cucina. Nondimeno la presenza di un pentolame vetusto, logoro e sporco. A tutto ciò la costante denuncia relativa alla mancanza di un variegato menù, che ha costretto negli ultimi tempi a richiedere alla direzione l’applicazione delle sanzioni previste dal contratto di appalto alla ditta fornitrice.
La presenza di ratti, scarafaggi, sporchizia varia, ha definitivamente allontanato i colleghi dalla fruizione della MOS. Seguito numerose segnalazioni, si è appreso che il PRAP dell’Emilia Romagna/Marche ha stanziato oltre 12.000,00 euro per consentire alla direzione di procedere al ripristino delle condizioni d’igiene, procedendo all’acquisto di quel materiale necessario a ricomporre criteri di vivibilità dei locali stessi. Ma, purtroppo, nonostante lo stanziamento dei fondi, si apprende che sono stati acquistati solo un frigorifero, una lavastoviglia ed un’affettatrice, restando comunque i locali ancora in uno stato di inadeguatezza. Prova ne sia la stessa cucina, dichiarata dai più “invivibile”, le mattonelle del pavimento in alcune zone ancora rotte, alcune pareti scrostate, il tutto dando un senso di scarsa salubrità. Fino a qualche settimana fa persistevano le trappole per topi nei pressi dei tavolini, le vetrate delle finestre con la presenza di insetti disseminati lungo le facciate interne. Per non citare nuovamente lo stato fatiscente del pentolame, dei sacchi di immondizia solitamente apposti nelle vicinanze dei settori riservati alla preparazione del cibo, del menù difficilmente rispettato e, per finire, delle dichiarazioni a mezzo stampa che hanno ridimensionato il reale problema da parte di chi è tenuto a garantire la piena efficienza. Ci si attende quanto prima che la cifra stanziata possa essere integralmente spesa per il regolare ripristino di un così importante servizio. Al riguardo e, per finire sul tema, poco graditi sono apparsi i continui atteggiamenti (anche minatori) con i quali ci si è posti nell’auspicio di far tornare il personale in mensa.
Violazione accordi pattizi. La Direzione della Casa Circondariale di Piacenza, dopo lunghe ed estenuanti riunioni con la parti sindacali, ha sottoscritto il protocollo d’intesa locale. Ciononostante numerose sono state le CAR richieste per l’inosservanza di articoli che hanno di certo arrecato del disservizio. Proprio Piacenza ha il numero di CAR più elevato in regione, a riprova che spesso la stessa organizzazione interna ha manifestato disfunzioni. Sui servizi e l’esposizione della programmazione mensile, ci si è sempre lamentati del mancato rispetto della tempistica prevista. Ancora oggi alle OO.SS. vengono inviati la relativa documentazione anche a distanza di quattro mesi. Nonostante le dovute segnalazioni, i servizi vengono esposti ancor privi della segnalazione del dettaglio congedi e degli straordinari.
I piani ferie, nel prendere atto dell’apposito articolato del PIL, non viene mai rispettato. In più occasioni, su giuste osservazioni e chiarimenti richieste dalle organizzazioni sindacali, si sono avuti riscontri blandi con giustificazioni prive di qualsiasi idoneo motivo. Per nulla esaurienti i riscontri alle richieste sul perché a buona parte del personale non sia stato assegnato il periodo spettante e del fatto che ad altri colleghi siano stati concessi giorni in eccesso o per tutte le festività durante la fruizione dei piani ferie.
Organizzazione del lavoro. In più circostanze è stata richiesta una nuova e ben più pregnante organizzazione del lavoro. Non si conoscono i livelli minimi e massimi di sicurezza, il ruolo dei coordinatori, della stessa sorveglianza generale (spesso affidata anche a colleghi del ruolo Assistenti). I turni di servizio sono costantemente articolati sulle otto ore ad eccezione dei reparti isolamento e psichiatrici.
Alla luce di quanto sopra esposto, anche al fine di meglio dettagliare ulteriori problematiche che affliggono la Casa Circondariale di Piacenza, le scriventi OO.SS. chiedono un’urgente convocazione da parte del Provveditorato Regionale, nulla escludendo in ordine ad ulteriori e più incisive iniziative in grado di risaltare definitivamente le difficoltà gestionali e organizzative in essere presso la struttura piacentina.
A riprova di quanto sopra, la definitiva interruzione delle relazioni sindacali con la direzione dell’istituto nei cui confronti, con tanta perseveranza, tutte le OO.SS. hanno sempre tentato momenti conciliativi e di attesa, purtroppo e desolatamente mal risposti dalla stessa.
In attesa, gradita l’occasione per porgere distinti saluti.
Piacenza, 13 gennaio 2017
Sappe | UILPA | CGIL |
f.to Campobasso | f.to Crescenza | f.to Ianigro |
CISL FNS | USPP | CNPP |
f.to de Pascalis | f.to Narducci | f.to Sarti |