BOLOGNA, 31 Gennaio 2021. – “La Procura ha accertato che nove detenuti sono deceduti per l'assunzione di sostanze stupefacenti sottratte dalla farmacia e non per violenze esercitate nei loro confronti durante la rivolta dell'8 marzo a Modena»
“Queste le parole pronunciate dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi e dallo stesso Procuratore Generale di Bologna De Francisci durante le loro relazioni all'apertura dell'anno giudiziario, a riguardo dei 9 detenuti morti presso il carcere di Modena a seguito delle rivolte del marzo scorso e che restituiscono dignità e orgoglio al Corpo di polizia penitenziaria ma, nonostante ciò, si continua a gettare fango sull’operato della Polizia Penitenziaria”.
A dichiararlo è Domenico Maldarizzi, Segretario nazionale della UILPA Polizia Penitenziaria, che riferisce: “a seguito di campagne mediatiche che, troppo spesso, lungi dall’informare in maniera imparziale ed equilibrata, in assenza di evidenze, finiscono per dar credito a chi, per periodi più o meno brevi, ha tendenzialmente rappresentato l’antistato, piuttosto che a coloro che incarnano lo Stato e lo servono con diuturno sacrificio.– continua Maldarizzi – si comprende una certa tendenza a discriminare e isolare la Polizia Penitenziaria.”
Comprendiamo la libertà di stampa ma, dare spazio a chi ha sicuramente dimostrato di tradire le leggi dello Stato contro chi le difende ogni giorno, - chiosa il sindacalista- magari gli stessi che sono stati protagonisti di aggressioni nei confronti di operatori e di aver provocato milioni di euro di danni alle strutture allo scopo di precostituirsi, con l’attacco, una difesa ci sorge il dubbio che si vuol far passare la Polizia Penitenziaria per carnefici e i delinquenti per vittime ”.
“Dal canto nostro – conclude il Segretario della UILPA PP Maldarizzi – siamo certi, perché le conosciamo da vicino, della professionalità e della correttezza del Corpo di polizia penitenziaria e rinnoviamo l’invito alla magistratura competente, presso la quale riponiamo incondizionata fiducia, a concludere le inchieste in corso il prima possibile al fine di ristabilire la verità e, con l’auspicio che termini, quanto prima, la sinistra esigenza di restituire uno spaccato comunque distorto di quella che è la realtà penitenziaria.