In questi giorni è apparso un avviso con il quale si convoca parte del personale titolare di camera in caserma, per controfirmare un contratto per il pagamento del canone di alloggio, secondo le previsioni contenute nel D.P.R. 314/2006.
E’ evidente che la questione sta generando preoccupazioni e molte perplessità, sia per le modalità di comunicazione, che per la scelta operata da Codesta Direzione.
Innanzitutto non si comprende come mai solo una piccola parte di personale è stata invitata a presentarsi presso l’ufficio della contabilità per la richiesta di uso esclusivo degli alloggi e la contestuale sottoscrizione del contratto, non si comprende se chi è stipato nelle stanze doppie o triple avrà la possibilità di poter richiedere l’uso delle tantissime stanze singole che a nostro avviso si libereranno in quanto attualmente assegnate a gente non accasermata.
Da un lato, infatti, si deve far notare l’assenza di un minimo di ordine di servizio o comunque di informazione al personale, neanche attraverso le rappresentanze sindacali a cui non è stata data alcuna notizia, motivo per il quale se ne richiede l’urgente trasmissione o, almeno, immediate e circostanziate informazioni riguardo ai contenuti che disciplinano il pagamento, che identificano gli alloggi oggetto della ricognizione operata dal DAP e, soprattutto, che quantificano il pagamento del canone; dall’altro, si pretende il pagamento del canone non avendo neanche pensato prima di rendere la caserma a norma e soprattutto piu’ decorosa.
Solo per citare qualcosa, a titolo di esempio, si rappresenta che il corredo delle camere è assolutamente inadeguato, obsoleto e fatiscente e, spesso, il personale ha dovuto provvedere di tasca propria per gli accessori o mobilia di prima necessità, i bagni sono in pessime condizioni igienico-strutturali, le docce comuni sono invase da muffe e umidità o chiuse da anni, l’acqua calda è presente solo in alcune ore del giorno, i corridoi della caserma non vengono pitturati da decenni. e rimasti all’abbandono dopo gli inutili e mai funzionanti lavori del sistema antincendio, non vi è un ascensore funzionante da tempo e le pulizie dei luoghi comuni lasciano a desiderare ecc.ecc.
Il nostro intento non è certo quello di evitare ciò che è previsto dalla legge o ricercare “scappatoie” rispetto al pagamento di un beneficio riconosciuto al personale di Polizia Penitenziaria.
Quello che si auspica è che il Funzionario Delegato, ovvero il Direttore dell’Istituto, prima di attivare qualsiasi forma di invito al pagamento, si adoperi per far rientrare gli alloggi collettivi negli standard minimi di vivibilità, di igiene e sicurezza previste dalle normative in materia.
Per quanto sopra, si chiede di rendere noti i provvedimenti richiesti e di procrastinare il pagamento del canone degli alloggi, almeno fino a quando non ne verranno ripristinate le condizioni.
Nella certezza di trovare sensibilità da parte della S.V., si resta in attesa di riscontro e si porgono distinti saluti.