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Egregio Provveditore,

                             Nella giornata di ieri, nel Reparto Infermeria della C.C. di Bologna, si è avuta una gravissima aggressione nei confronti di un Agente di Polizia Penitenziaria da parte di un ristretto con gravi patologie psichiatriche.

                              L’Agente, che si trovava da solo nella sezione, era intento a far rientrare nelle proprie camere detentive una quindicina di ristretti al rientro dal cortile passeggi quando, con un gesto inconsulto e senza apparente motivo, è stato violentemente preso a ceffoni dal ristretto che cercava altresì di colpirlo con un piede di un tavolo e  solo grazie alla prontezza di riflessi dell’agente e l’arrivo in suo soccorso di altri operatori di polizia penitenziaria non si sono avute ulteriori gravi conseguenze anche se a seguito di visita presso l’ospedale cittadino lo stesso ha avuto sette giorni di prognosi.

                             Non è la prima volta che lo stesso mette in atto gesti inconsulti, anche con aggressioni fisiche e verbali e a quanto ci risulta non è nuovo a questi comportamenti riottosi nel suo continuo peregrinare per gli Istituti Penitenziari.

 .                           Ormai giornalmente assistiamo ad innumerevoli ingiurie, offese e minacce da parte dello stesso oltre a continue  tentate impiccagioni, anche in orari notturni , che molto spesso sfociano in visite urgenti presso i locali nosocomi della città che finiscono per compromettere  l’ordine e la disciplina dell’istituto oltre che l’equilibrio degli altri ristretti ricoverati presso il reparto infermeria.

                             ll problema dei detenuti affetti da patologie psichiatriche è senza tema di smentita uno dei principali fra quelli che attanagliano l’esecuzione penale e il sistema penitenziario.

                             Con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza si sono rivelate assolutamente insufficienti e inadeguate, sia sotto il profilo concettuale sia sotto quello strutturale e quantitativo, specie in relazione alle così dette infermità sopraggiunte che non trovano di fatto una compiuta tutela sanitaria e per il quale si chiede un autorevole intervento presso l’autorità sanitaria competente.

                              Tale detenuto, a nostro parere, risulta incompatibile ad espletare la vita in comune con gli altri ristretti, né si può pensare che un detenuto psichiatrico possa espletare la sua pena restando chiuso per 24 ore al giorno nella sua camera detentiva.

Tutto ciò si riversa pesantemente sulla gestione dell’Istituto e particolarmente sulla Polizia penitenziaria che non è preparata e formata, né dovrebbe essere direttamente deputata, al trattamento di detenuti affetti da infermità mentali anche gravi, i quali, troppo spesso abbandonati a se stessi, finiscono con lo scaricare  il loro difficile stato emotivo aggredendo gli operatori.

                             Alla luce di quanto sopra esposto, in considerazione anche della circolare GDAP 3691/6141 del 31 marzo 2021(Aggressioni al personale-linee di intervento), al fine di evitare comportamenti pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza interna da parte del ristretto a tutela del personale di Polizia Penitenziaria Le chiediamo di disporre, con assoluta urgenza,  il suo allontanamento presso una struttura più idonea alla sua problematica.

                              In attesa, si porgono distinti saluti.

Allegati:
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