Egregi,
ancora una volta la scrivente Organizzazione Sindacale ha l’obbligo di evidenziare enorme disagio lavorativo, che si sta riscontrando presso l’Istituto all’oggetto specificato.
Nello specifico nella giornata di ieri un grave incendio di una camera detentiva, ad opera di alcuni facinorosi, ha messo a serio rischio l’ordine e la disciplina dell’intero Istituto.
Il progressivo aumento della popolazione ristretta presso l’IPM di Bologna, che alla data odierna ne conta 45, ha fatto si che ormai non passano giorni che non si verificano tensioni ed eventi critici.
Solo il pronto intervento dei pochi poliziotti presenti, che sono riusciti a mettere in sicurezza tutti i minori, e l’intervento dei Vigili del Fuoco hanno evitato il peggio ma non hanno evitato, certamente, che degli Agenti finissero al Pronto soccorso cittadino per inalazione dei fumi e un minore ricoverato in Ospedale oltre ad avere una camera completamente inagibile
Ricordiamo che l’Istituto, se pur ristrutturato, è pur sempre un edificio riadattato ad istituto penitenziario con corridoi stretti e distribuito in più piani e, portare la capienza dello stesso ad oltre 45 ristretti, con un numero sempre maggiore di maggiorenni e senza un aumento adeguato di personale di Polizia Penitenziaria, oltre che dell’area educativa, non può che ricadere il tutto in un aumento del clima di tensione tra i minori ristretti che, molte volte, sfociano in eventi critici continui proprio come sta accadendo negli ultimi tempi.
Il Personale è esausto, turni di servizio prolungati e continuamente richiamati in servizio per garantire quel minimo di sicurezza e, l’interlocuzione con il DGMC sia per un aumento di organico che soprattutto per uno sfollamento almeno dei più facinorosi non trovano accoglimento.
Se la finalità della pena è e deve essere sempre riabilitativa e rieducativa, come previsto dal nostro ordinamento penitenziario e dalla nostra Costituzione, per tutte le istituzioni deve essere una priorità assoluta restituire alla normalità e a prospettive proprie della loro giovane età dei ragazzi che spesso, per primi, hanno subito violenza.
Per questo, quei ragazzi, non possono essere considerati dei numeri e la capienza di quella struttura non può essere valutata solo sulla base dei letti e delle celle a disposizione.
Ciascuno di loro deve poter continuare a contare su un personale adeguato che possa seguirlo da vicino e quotidianamente e su progetti educativi personalizzati, quelli che in questi anni hanno aiutato diversi di loro ad ottenere il diploma e a iscriversi all’Università.
Per quanto sopra chiediamo un intervento urgente, ognuno per quanto di competenza, affinche la struttura, seppur con dei limiti strutturali, torna ad essere un istituto in sicurezza con un numero di ristretti presenti idonei alla struttura per evitare nel prossimo futuro eventi critici con maggiori conseguenze.
In attesa, si porgono distinti salti