Egregi,
ancora una volta la scrivente Organizzazione Sindacale ha l’obbligo di evidenziare l’enorme disagio lavorativo, che si sta riscontrando, dopo una breve pausa durata pochi giorni, presso l’Istituto Penale per minori di Bologna.
Pochi mesi fa questo Istituto è stato teatro di incendi di camere detentive che, nonostante siano state minimizzate dall’Amministrazione, hanno messo a serio rischio l’ordine e la disciplina dell’Istituto.
A distanza di pochi giorni la conta numerica dei ristretti è tornata nuovamente sul livello di guardia oltre le 40 unità e, continua a salire giorno per giorno visto anche le assegnazioni presso l’IPM di Bologna da altri Istituti della nazione.
Tutto ciò, visto anche la non agibilità di tre camere detentive, fa si che si assiste alla vergogna nella vergogna: si ubicano ragazzi minori in camere sovraffollate consegnando agli stessi dei materassi per dormire per terra che di giorno per forza di cose “diventano a scomparsa”.
Ricordiamo che l’Istituto, se pur ristrutturato, è pur sempre un edificio riadattato ad istituto penitenziario con corridoi stretti e distribuito in più piani e, portare la capienza dello stesso a questi livelli, con un numero sempre maggiore di maggiorenni e senza un aumento adeguato di personale di Polizia Penitenziaria, oltre che dell’area educativa, non può che ricadere il tutto in un aumento del clima di tensione tra i minori ristretti che, molte volte, sfociano in eventi critici continui proprio come sta accadendo negli ultimi tempi.
Senza contare che il Personale ivi di servizio è esausto, svolgi turni di servizio prolungati e continuamente richiamati in servizio per garantire quel minimo di sicurezza e, l’interlocuzione con il DGMC per un aumento di organico sono solo promesse ma mai realizzate anzi si distoglie il Comandante di Reparto per circa un mese per la partecipazione all’Annuale della Festa del
Corpo a Roma lasciando l’Istituto a due Ispettori “precari”, ovvero distaccati da anni e mai stabilizzati che ormai sono allo stremo anche loro.
Se la finalità della pena è e deve essere sempre riabilitativa e rieducativa, come previsto dal nostro ordinamento penitenziario e dalla nostra Costituzione, per tutte le istituzioni deve essere una priorità assoluta restituire alla normalità e a prospettive proprie della loro giovane età dei ragazzi che spesso, per primi, hanno subito violenza.
Per questo, quei ragazzi, non possono essere considerati dei numeri; ciascuno di loro deve poter continuare a contare su un personale adeguato che possa seguirlo da vicino e quotidianamente su progetti educativi personalizzati, quelli che in questi anni hanno aiutato diversi di loro ad ottenere il diploma e a iscriversi all’Università.
Per quanto sopra chiediamo un intervento urgente, ognuno per quanto di competenza, che non siano le solite “gite” di politici o promesse da Dirigenti affinché la struttura, seppur con dei limiti strutturali, torna ad essere un istituto in sicurezza con un numero di ristretti presenti idonei alla struttura per evitare nel prossimo futuro eventi critici con maggiori conseguenze.
In attesa, si porgono distinti salti