La Polizia Penitenziaria di Bologna è sana!
Nell’edizione di oggi 29 settembre è apparso un articolo a firma del giornalista Giuseppe Baldessarro dal titolo “L’ultimo guaio della Dozza. Droga e telefonini fra i detenuti. I sindacati sospettano complicità interne: “Poca rotazione del personale”
Non entrando nel merito di ciò che hanno comunicato le altre sigle sindacali, mi corre l’obbligo di specificare che il Corpo di Polizia Penitenziaria di Bologna è fatto da uomini e donne ligi al proprio dovere e che adempiono in pieno, ogni giorno, al mandato che la Costituzione Italiana affida loro nonostante i gravissimi problemi che attanagliano il sistema penitenziario italiano nell’ultimo periodo.
Se è stata fatta un’operazione brillante come quella del 28 u.s. dove sono stati rinvenuti 11 telefonini nelle sezioni A.S. è proprio grazie a quei ragazzi che, con un’attenta vigilanza, osservazione ed intelligence ha permesso di riportare quel minimo di legalità all’interno di quelle sezioni.
Per chi non conosce il carcere è facile additare sospetti di mele marce all’interno degli istituti, la gravissima carenza di Polizia Penitenziaria, l’elevato sovraffollamento della struttura, la mancanza di tecnologia e mezzi e le centinaia di persone civili che ogni giorno entrano negli istituti fanno si che il sistema abbia abdicato a produrre sicurezza a favore di una rieducazione che, nel modo in cui viene effettuata, fa nutrire molti dubbi.
E, in questa confusione del sistema, quei pochi “eroi silenziosi”, ancora oggi, riescono a mantenere quel minimo di sicurezza all’interno degli Istituti.
Per tale ragione rimandiamo al mittente tali accuse e ribadiamo che la UIL Pa Polizia Penitenziaria ha piena fiducia nell’onorabilità e nella correttezza del Personale auspicando anche una presa di posizione della Direzione della “Rocco D’Amato” su queste false accuse di chi vuol gettare discredito sul Personale.
Con preghiera di pubblicazione quale rettifica di tale articolo.
Domenico Maldarizzi 3387191531