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In relazione a quanto in oggetto, ci sono pervenute segnalazioni e preoccupazioni circa una presunta volontà da parte degli operatori sanitari impegnati presso la Casa Circondariale di Bologna, di non effettuare più le previste operazioni di triage in occasione dell’arrivo di detenuti “nuovi giunti” presso la tenda della Protezione civile allestita da circa un anno dinanzi il settore accettazione.

Tutto ciò, per i più maligni, era nell’aria già da tempo poiché nel tempo si è assistito ad una sempre maggiore insofferenza da parte degli operatori sanitari nell’effettuare tali operazioni tanto che, molteplici sono stati i casi, nei quali gli operatori dell’accettazione sono dovuti ricorrere alla Sorveglianza Generale per sollecitare l’arrivo degli stessi dopo lunghi tempi di attesa.

Si vuole ricordare che tali operazioni rivestono un’importanza fondamentale per contenere i rischi di un’eventuale esposizione al virus covid19 al quale sarebbero esposti gli operatori addetti al controllo ed alla immatricolazione e, di conseguenza tutto l’Istituto con le inevitabili ripercussioni in termini di sicurezza sanitaria e penitenziaria.

Considerato il momento attuale, che vede una recrudescenza del contagio da covid19 nella regione Emilia-Romagna con il corollario delle varianti del quale si disconoscono, al momento, gli effetti, ci guarderemmo bene dall’allentare le precauzioni da mettere in campo.

Nelle linee guida emanate con nota GDAP 30/06/2020 n.0230491 a firma del Capo del D.A.P. è citato che,  “sulla base di Indicazioni elaborate dall'Istituto superiore della sanità, il gruppo ad hoc del Ministero della Salute ha esteso uno schema di documento recante "Protocollo operativo in prevenzione del contatto da COVID-19 negli istituti penitenziari" " (di seguito, Schema, ali. 1) e tra i punti fondamentali di tale protocollo operativo viene specificato: “di utilizzare tutte le misure di prevenzione sanitaria (pre-triage, utilizzo appropriato di DPI) per i nuovi ingressi, gli operatori, i visitatori, ecc.”

Al punto B dello stesso: “Per tutti i nuovi ingressi deve essere effettuato un idoneo e specifico triage e una valutazione clinica e anamnestica atta a valutare l'eventuale presenza di una sintomatologia compatibile con il COVID-19 o eventuali esposizioni recenti al contagio. Tale attività deve essere svolta in locali idonei giudicati tali dall'autorità sanitaria”

Per tale ragione non riusciamo a comprendere la motivazione di tale sospensione, nonostante i protocolli operativi stipulati e, nonostante per molti mesi tutto ciò sia stato fatto riuscendo a captare immediatamente detenuti positivi al Covid ed a mettere in campo tutte quelle attività propedeutiche ad evitare il rischio di contagio.

Per quanto sopra, vista la mancata ufficiale comunicazione, si chiede alla S.V. di voler cortesemente far conoscere a questa O.S. se tutto ciò corrisponde al vero e nel caso quali siano stale le motivazioni e le direttive date al Personale.

In attesa di urgenti riscontri, si porgono distinti saluti

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